Violinista e compositore italiano. Allievo di G.B. Somis, fondatore della scuola
violinistica piemontese, nel 1748 venne assunto come violinista musico di camera
e di cappella del re di Sardegna e poté recarsi l'anno successivo a Roma
dove ebbe modo di perfezionare la propria tecnica. Nel 1754 incominciò a
viaggiare all'estero, fermandosi a Parigi (dove suonò al Concert
Spiritual un concerto di sua composizione) e a Londra, dove conobbe J.C. Bach e
inaugurò un periodo di felice attività creativa: risalgono infatti
a questi anni l'opera
Nanetta e Lubino, andata in scena nella capitale
inglese nel 1769, oltre a numerosi trii, quartetti, quintetti e sinfonie.
Rientrato in Italia nel 1770, divenne primo violino di camera e di cappella del
re di Sardegna, ottenendo in seguito altri importanti incarichi, altamente
remunerati, fino ad essere nominato, nel 1776, direttore generale della musica
strumentale. Richiesto anche all'estero, nel 1781 si esibì trionfalmente
alle corti di Polonia e di Russia, accompagnato da G.B. Viotti, mentre in Italia
continuò l'attività compositiva, prolifica soprattutto in campo
operistico (
Adone e Venere, 1784;
Demetrio a Rodi, 1789).
Considerato uno dei più significativi rappresentanti della scuola
violinistica piemontese,
P. ebbe il merito di tramandare lo stile di
Corelli, Tartini e Vivaldi, dando inoltre vita a una scuola presso la quale si
formarono ottimi violinisti, tra cui G.B. Viotti. Compositore molto prolifico,
scrisse numerose opere teatrali (
Issea, 1771;
Aurora, 1775;
Achille in Sciro, 1785;
Demofoonte, 1787). La sua
originalità si rivelò appieno soltanto nelle composizioni
strumentali, notevoli per la modernità della concezione e per
l'equilibrio fra il gioco strumentale e le idee musicali. Compose un concerto
per violino, 18 sonate per violino e basso, trii, quartetti, quintetti, 12
sinfonie e 6 sonate per clavicembalo con accompagnamento di violino (Torino
1731-1798).